Avv. Claudio BORIO: SVUOTARE LE CARCERI ?

Avv. Claudio BORIO
Le parole del Presidente Napolitano che vorrebbe svuotare le carceri italiane e con i soldi risparmiati pagare i dipendenti pubblici non possono sortire altro effetto se non quello di obbligarci a pensare.
Non pensare alle parole medesime, ma al fatto che esse ricorrono ogni qualvolta si svuota il serbatoio intellettuale del buonsenso e lo si riempie di concetti utilitaristici da ultima spiaggia.
Un fenomeno negativo si combatte con idee che impediscano il rinovarsi di inutili e dannose fattispecie.
Qual' é l'idea del nostro Presidente ?
Non curare il fenomeno ed impedire la delinquenza, ma far unicamente sì che chiunque delinqua vada impunito, forse in vacanza, forse in tivù, ma non in carcere.
Altro che rieducazione............
Tutto si ridurrebbe all' educazione all'impunità e certezza dell'incertezza della pena.
Svuotare le carceri significa solamente autorizzare il male, giustificare il ricorso a condotte di vita che prescindono dal timore della retribuzione del reato e dell'illecito.
Vuol dire non avere paura di essere abbandonato da tutti.
Svuotare le carceri ? No. Ma svuotare di significato il ricorso a vie trasversali per ottenere il benessere, per affermare la propria personalità, per soddisfare ogni bisogno.
Nessun cittadino italiano ha bisogno di carceri vuote e di bar equivoci e pieni, ma bensì di benessere diffuso e di vicini di casa onesti.
Propongo un paradosso: se le carceri fossero vuote, i casi potrebbero essere unicamente due:nessuno avrebbe l'obbligo di entrarci come detenuto, oppure la pena potrebbe essere espiata in altre strutture.
Nessuno dovrebbe avere la necessità di delinquere in uno Stato perfetto, e lo Stato potrebbe mettere a disposizione dei rei strutture vere di rieducazione.
Ma persino il Beccaria avrebbe oggi preso atto che il supremo bisogno di rieducare il reo non si è trasformato in realtà. Ed allora.......?
Ci viene detto che di pari passo alla incapacità statuale di rieducare si rende evidente il bisogno di organizzare un caos morale e diffuso che di fatto punsce una unica categoria umana: i cittadini onesti.
Non si vuole punire il reo ? Si punisca il probo !
Nel caos si sguazza, gli interessi particolari e deviati diventano possibilità reali tutelate da chi pensa che il proprio tornaconto debba forzatamente affermarsi sul bene comune, annichilito e reso di conseguenza inutile, inesistente, male diffuso.
Si risalga a monte, quindi, non si annulli la conseguenza del male, si combatta il male medesimo attraverso la realizzazione intellettuale di quelle categorie morali che non debbano più nascondersi, ma manifestarsi con veemenza ed entusiasmo.
In tempi non troppo lontani i brigatisti rossi vennero anche definiti "compagni che hanno sbagliato", mentre oggi si tenta di far passare il concetto che nessuno sbaglia.
E quindi nessuno dovrà essere punito.(sic)
La mancanza di una certa punizione non annulla il fatto: nè amnistia nè indulto, ma la morale comune deve diventare ostacolo insormontabile alla necessità o al desiderio di delinquere.
Tecnicamente o si trova una valida alternativa al carcere o si rinnova il sistema carcerario.
Non si può e non si deve però eliminare il dovere statuale di imporre una pena dissuasiva al reiterare comportamenti illeciti ed illegittimi.
Lo Stato stesso deve imporsi di ergersi duramente contro il pensiero comune attuale di una assoluta incertezza della pena.
Questa incertezza oggi è invece diventata la spinta a delinquere, la certezza che nulla potrà succedere di negativo a chi negativamente agisce.
La retribuzione di un reato certo deve essere la pena certa
Se il totem di idee pseudolibertarie, ma in realtà solo liberticide, risiede nella tranquillità che un cavillo generalizzato possa permettere al reo di sentirsi sempre e comunque libero di offendere, prepariamoci tutti ad affrontare una pletora di persone libere dal timore della pena, libere di sopprimere i legittimi desideri delle persone oneste.
Mi preme puntualizzare che nessuna norma giuridica è di per sè perfetta, ma nella imprescindibile imperfezione risieda almeno la considerazione della possibilità di non dover per forza frequentare un reo che con il reato ha scelto spontaneamente una via ed una vita.
Dalla possibilità alla certezza il passo non è breve, ma spetta ad ogni uomo libero combattere una deriva che trascina tutto e tutti con sé.
Qusta battaglia, questo combattimento è un dovere per ognuno di noi.
Ogni azione moralmente accettabile, anche se piccola, fornirà massa ad un fenomeno di resistenza intellettuale che ad oggi risulta essere indispensabile per poter difendere una società che ha bisogno di persone oneste e capaci.
                                                                                   Avv. Claudio BORIO